SINTESI STORICA




Su di un basso promontorio morenico, che domina una fertile pianura, solcata dalle acque del torrente Terdoppio, sorge l'antica Badia di Dulzago, dedicata a San Giulio prete, luogo di preghiera e di operoso lavoro agricolo.

Il centro religioso, fondato dai canonici regolari nei primi anni del XII secolo, svolse funzioni spirituali nei confronti delle popolazioni contadine dei centri circostanti durante l'età medioevale.


L'ingresso nord

 

Nel corso del Duecento i canonici, che vivevano secondo la regola di Sant'Agostino, tentarono di costituire una piccola congregazione e sottoposero alla loro autorità le chiese di Santa Maria di Linduno e di Sant'Alessandro di Besozzo.

Allo scorcio del Medioevo il centro religioso fu affidato all'abate commendatario Leonardo Sforza, che soppresse la comunità canonicale e trasformò la Badia in una ricca e fertile cascina agricola.

Lo stemma dell'Abate commendatario Antonio Dal Pozzo (1735)

Come centro di produzione economica il cenobio ospitò le famiglie dei massari, che lavoravano le antiche terre canonicali; il chiostro fu trasformato in casa di abitazione dell'amministratore e la chiesa fu officiata da un parroco nominato dagli abati commendatari.

Le soppressioni napoleoniche abolirono la commenda e il complesso con tutte le terre le costruzioni ed i corsi d' acqua fu confiscato dallo stato Francese e venduto alla famiglia francese Reynier e in seguito da questi ai Borromeo Arese, che diffusero la coltivazione del riso sui beni badiali.

Dopo la prima guerra mondiale la proprietà della Badia fu ceduta dalla famiglia Borromeo e divisa in quote e da allora il centro abitato subì un progressivo calo demografico.

Scorcio dalla corte del pozzo
verso l'ingresso sud

 

Oggi la piccola comunità ancora residente, costituitasi in associazione, intende salvaguardare e valorizzare il monumento, che è insieme testimonianza di storia e di fede.

Comunità della Badia di Dulzago