PROPRIETARI E CONTADINI: VITA SOCIALE NELLA BADIA DELL'OTTOCENTO

Di Gavinelli Gian Michele
 
La Badia di Dulzago, benché benemerita Comunità per le grandi attività religiose ed agronomiche, fu concessa in Commenda.
L'istituto della Commenda consisteva nell’assegnazione del titolo formale di Abate ad illustri personaggi, i quali non risiedevano nel monastero ma ne incameravano le cospicue rendite.
Della commenda di San Giulio furono gratificati, per quello che si sa attraverso la frammentarietà delle carte a disposizione:
 
 

Pier Francesco Gallarato,
cardinale Scipione Borghese,
arcivescovo Alfonso Litta,
conte Alfonso Litta,
Don Antonio Ferdinando Dal Pozzo Cavaliere della Cisterna,
cardinale Pompeo Aldrovandi,
conte Lorenzo Cristiani,
cardinale Giovanni Cacciapiatti.

 
 
Attorno al 1470 e fino al 1474 i documenti sforzeschi ricordano preposito commendatario dell'Abbazia di Dulzago Leonardo Sforza, fratello del Principe.

 
 
La bufera della Rivoluzione francese, i cui effetti a poco a poco si sentirono anche nel Novarese, si abbattè sulla Badia. Tutto dava a sperare che pur mutate le condizioni politiche in Italia fossero rispettate le abbazie, ma furono anche a loro estese le leggi francesi di soppressione ed i loro beni incamerati. L'archivio, la biblioteca e gli arredi furono dispersi.
La terra di San Giulio ed i fabbricati passarono alla i Compagnia francese i Guille & Reynier.

Successivamente al cittadino francese Pierre Saint-Prix Reynier (1801), il quale si stabilì alla badia. Nell’anno 1816 i possidenti della Badia di Dulzago erano:
 
 

Pierre Saint-Prix Reynier
Ardizio Giuseppe fu Francesco Marzellino
Brusati Giovanni Battista fu Giacomo Ciodino
Cacciapiatti marchese Luigi
Cura di San Giulio
Gavinelli Giuseppe Antonio fu Andrea
Gavinelli Clemente fu Andrea

 
 

Il 30 settembre 1844, su istanza del Regio Tribunale di Prefettura di Novara, fu messa in vendita l'Abbazia di Dulzago mediante asta pubblica e sull'estimo di 1.326.002 fr. 44 cent., di circa 10.000 pertiche milanesi, spettante agli eredi del fu Reynier.

 
 

 
  Dall’atto di vendita desumiamo i seguenti dati riguardanti la proprietà:   
 

coltura irrigua 3.660 pertiche milanesi
gelsi e vigne 1.440 pertiche milanesi
boschi 3.880 pertiche milanesi
brughiera 854 pertiche milanesi

 
 

La Badia fu acquistata nell’ottobre del 1847 dal conte Vitaliano Borromeo Arese.


 
 

L'AMBIENTE SOCIALE - LA SCUOLA

 
 
L'importanza di una scuola nella Badia non fu accettata dal proprietario, conte Vitaliano Borromeo. La scuola, al contrario del “proprietario unico di Dulzago”, fu richiesta dal parroco don Andrea Angelotti (1844-1854).

Il Consiglio Comunale di Bellinzago se ne guardò bene dal contrariare il Borromeo. In merito, ecco un documento significativo: "Il Consiglio comunale non è tenuto a provvedere l'istruzione pubblica delle borgate se non sulla istanza degli interessati in detti luoghi a carico dei quali cade la spesa. La borgata di Dulzago non ha nemmeno uno spazio nè casa per mettere un pomo, tutto essendo proprietà di Sua Eccellenza il Conte Borromeo".

La scuola fu istituita solo il 1° ottobre 1872. Le maestre, alle nomine, fecero seguire le dimissioni per “motivi di salute”. Il conte Guido Borromeo non si preoccupò più di tanto. Offrì alla maestra due camere, con la riserva però di ritirarle.

 
Comunità della Badia di Dulzago